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L’Italia affronta da anni il problema dello spreco delle spese pubbliche, tanto che molto frequentemente dai soldi investiti non riusciamo a ricavare il massimo beneficio per i cittadini e per lo Stato in generale. L’investimento sui banchi a rotelle durante il periodo pandemico si è rivelato, per la maggior parte dei casi, del tutto inutile, anzi uno spreco di denaro che poteva essere utilizzato probabilmente in termini più efficaci. Questi banchi, pur essendo concepiti per favorire la flessibilità e l’adattabilità delle aule, spesso si rivelano poco funzionali e i costi sono assai più elevati rispetto a quelli tradizionali, infatti l’Italia ha speso circa 461 milioni di euro nel realizzare il progetto. L’eccessiva produzione ed acquisto di questi oggetti mostra indirettamente una mancanza di preparazione e pianificazione a lungo termine da parte del Governo, una decisione frettolosa, data la situazione emergenziale, invece bisogna sempre cercare di considerare tutti gli aspetti e bilanciare quelli negativi con quelli positivi.

 Conseguentemente nasce la domanda su come riciclare e sostituire una quantità così enorme di banchi a rotelle, coprendo tutte le istituzioni scolastiche italiane in così poco tempo, in modo che i materiali ricavati dai banchi tradizionali possano essere sfruttati al meglio. 

Così come ci troviamo oggi, la provincia di Padova ha deciso di vendere i banchi a rotelle un euro al pezzo, ma lo stesso ente locale di Padova  esprime che non si tratta di una vendita e il prezzo è stato stabilito così perché si trattava per un comodato d’uso per un periodo temporaneo. I banchi originariamente sarebbero dovuti costare circa 150 euro al pezzo. Mettendo a fuoco queste cifre, non è difficile capire che ancora una volta i soldi dello Stato non sono stati utilizzati nel migliore dei modi. Ad esempio lo Stato avrebbe potuto prestare più attenzione agli insegnanti che avrebbero potuto beneficiare di programmi di formazione specifici per l’insegnamento a distanza, in modo che riuscissero ad utilizzare meglio i dispositivi digitali e ad adattare le loro abilità didattiche alle nuove modalità di insegnamento. 

Il periodo pandemico poteva presentarsi come un’opportunità per migliorare e promuovere nuove funzionalità di apprendimento forse anche più efficaci oppure comunque cercare di abbassare i costi riguardo le mascherine e ogni tipo di oggetto per prevenire l’infezione. Quindi in conclusione l’idea di sostituire i banchi tradizionali con quelli a rotelle poteva probabilmente funzionare se il progetto fosse stato organizzato meglio soprattutto al livello economico badando alle spese in uscita rispetto a quelle in entrata che lo Stato sarebbe riuscito a ricavare, poiché i banchi a rotelle sono meno ingombranti e occupano meno spazio nelle aule mantenendo le distanze.

 

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