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Il termine “patriarcato” deriva dal latino “pater”, ovvero padre. Questo è un sistema sociale che fonda le sue radici nel passato e che si basa sul “diritto paterno”, ossia il controllo di una figura maschile sull’ambiente familiare. 

 

In occasione della presentazione a Montecitorio dell’associazione dedicata a Giulia Cecchettin, il ministro italiano dell’istruzione, Giuseppe Valditara ha deciso di esprimere la sua opinione a riguardo tramite un videomessaggio. In questo afferma che il patriarcato è un retaggio culturale passato e che combatterlo per cercar di risolvere la discriminazione femminile è pura e semplice ideologia. Ha avuto la sua fine negli anni ‘70 con la riforma sul diritto di famiglia, che sostituisce la gerarchia con l’uguaglianza. Dice inoltre che con l’incremento dell’immigrazione clandestina sono aumentati i femminicidi, affermazione non supportata dalle indagini dell’ISTAT, che sottolineano come oltre l’80% dei femminicidi in Italia sono commessi da italiani. Successivamente si contraddice, dichiarando che in Italia sono ancora presenti maschilismo e machismo, termini che indicano la superiorità di un uomo rispetto ad una donna. Non è forse lo stesso concetto del patriarcato?

 

Gino Cecchettin, presente alla commemorazione della figlia, risponde sottolineando le discrepanze nel discorso di Valditara, afferma: «Diciamo che ci sono dei valori condivisi e altri sui quali dovremo confrontarci. Chi ha portato via mia figlia è italiano. La violenza è violenza, indipendentemente da dove essa arrivi»

 

Il dominio maschile sui familiari era certamente in risalto negli anni ‘70, quando le donne erano indirizzate verso la cura dei figli e della casa, mentre era compito dell’uomo mantenere economicamente la propria famiglia. È però una falsità affermare che il patriarcato non è un concetto radicato nella nostra cultura. Non si può affermare ciò quando ogni giorno i telegiornali sono tempestati da notizie di violenza domestica, femminicidi, stupri e discriminazioni nei confronti delle donne. È ormai parte della mentalità comune riservare certi mestieri e comportamenti alle donne mentre altri agli uomini e quando questi preconcetti non vengono rispettati, le famiglie sono definite insolite e atipiche. 

Ho ritenuto inoltre insensibile da parte del ministro Valditara dichiarare i suoi ideali e fare propaganda in un contesto così delicato come la presentazione di una fondazione dedicata ad una povera ragazza, uccisa da un “uomo” perché “era sua” e non accettava la fine della relazione. 

 

Per quanto vogliamo accantonare al passato questo retaggio culturale, dobbiamo ammettere che è una questione attuale che va sradicata dalle menti maschiliste che ci circondano. 

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