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L’idea del maschio come pater familias, all’origine del discusso termine PATRIARCATO, risale al mondo latino, quando l’autorità del capofamiglia era quasi sacra: alla responsabilità di prendere decisioni vitali per la famiglia, come matrimoni, educazione dei figli e questioni patrimoniali si aggiungeva il ruolo di protettore della tradizione e del “mos maiorum”, ovvero dell’insieme dei valori fondanti della civiltà romana. Il padre così inteso deteneva la maggior parte dei poteri, lasciando alle donne la cosiddetta economia domestica, il governo della casa; spostandosi dall’ambito familiare a quello politico, ecco il patriarcato, un sistema sociale nel quale c’è una prevaricazione della figura maschile. Secondo recenti affermazioni dell’attuale ministro dellIstruzione e del Merito, Valditara, si tratterebbe di un concetto ormai superato, ma sappiamo che non è così: dal punto di vista femminile, il patriarcato è ancora un sistema presente oggi perché ci impone stereotipi di genere, limitando l’uguaglianza tra i sessi, mantenendo ruoli di genere rigidi in cui le donne sono spesso subordinate agli uomini. La realtà è che, mentre si cerca di promuovere pari diritti tra uomini e donne e di superare strutture che ne limitano la libertà e le opportunità, rimangono mansioni che sembrano per forza maschili: nella percezione comune, quelli dell’elettricista, idraulico o carpentiere restano lavori manuali e tecnici che si pensa richiedano abilità fisiche e, per questo, sono storicamente stati considerati esclusivamente per gli uomini. Le donne che intraprendono queste professioni, anche nei nostri tempi, spesso devono confrontarsi con pregiudizi e,  come prima accennato, stereotipi duri a morire, per non parlare delle permanenti differenze salariali, che rendono difficile parlare di uguaglianza completa tra i generi e motivato il ricorso al termine patriarcato.

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