Quando si parla delle cause dell’ inquinamento e del cambiamento climatico, quasi tutti pensano immediatamente alle industrie, ai rifiuti, agli sprechi, alle emissioni di gas nocivi e a tanto altro ancora. Tutti questi gravi problemi, anche se differenti in apparenza, sono accomunati da alcuni aspetti in comune e uno di questi risulta essere il mondo degli imballaggi. Ma cosa li rende così pericolosi da avere così tante conseguenze catastrofiche?
Innanzitutto vengono usati in moltissimi ambiti diversi e pressoché da chiunque: li adoperano sia i singoli individui sia le grandi aziende sia le ditte di trasporti. Sono indubbiamente necessari alla protezione e alla facilitazione del trasporto di beni, ma se non regolati possono risultare eccessivi; un esempio molto semplice è la presenza di molteplici strati protettivi in prodotti che non lo necessitano.
Un’altra caratteristica fondamentale sono le risorse adoperate per crearli. Questi materiali, quasi sempre carta o plastica, una volta usati, vengono buttati via e sprecati. Si stima che gli imballaggi corrispondano al 36% dei rifiuti urbani e la metà della carta e della plastica in Europa è destinata alla creazione di confezioni. Il peggio deve ancora venire: si stima che entro il 2030 questa quantità di rifiuti possa addirittura aumentare del 46%! La Terra è in grave pericolo!
Per combattere questa situazione drammatica, la Commissione Europea sta gradualmente avanzando nuove proposte al fine di eliminare gli imballaggi superflui e di invitare all’uso di materiali biodegradabili. Questi materiali hanno la proprietà di dissolversi nell’ambiente in tempi brevi senza bisogno di un intervento costante da parte nostra. Purtroppo questi materiali rappresentano una soluzione costosa e, al momento, quasi nessuno si sente spinto ad utilizzarli; però bisogna considerare che non è possibile risolvere un problema tanto grande quanto il cambiamento climatico senza fare qualche sacrificio.