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Il patriarcato non esiste” dichiara Valditara, eppure Giulia Cecchettin è morta, uccisa con 75 coltellate.

“Il patriarcato esiste nelle famiglie di immigrati” afferma Luca Ricolfi, eppure Reneè Amato a 19 anni è morta, uccisa da un colpo di pistola, sparato da un ex-finanziere bianchissimo e italianissimo.

«Il dominio dell’uomo sulla donna non è mai esistito asserisce il sociologo francese Emmanuel Todd. “Sei fuori strada caro” gli risponde la filosofa Ida Dominijanni.

“il patriarcato non c’è più”, eppure dopo l’omicidio di Giulia altre 120 donne sono state vittime di questo cosiddetto fenomeno apparentemente inesistente. Altre 120 donne sono state martoriate, accoltellate, fucilate, annegate, picchiate solo ed esclusivamente in quanto donne.

Certo, dal punto di vista giuridico il patriarcato è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975, ma tale legge ha portato solo alla fine di quel patriarcato riferito al dominio da parte di un cosiddetto “pater” sulla famiglia. Il patriarcato odierno è più irriconoscibile, invisibile, si annida e si tramanda sotto altre spoglie. Non si riferisce alla figura autocratica del padre, ma a un sistema sociale in cui il potere è maggiormente detenuto dagli uomini ed è esercitato secondo un modello “maschilista”. Di per sé non è maschilismo, perché quest’ultimo è legato ad atteggiamenti personali attuati con una convinzione di superiorità sulla donna, ma è ovviamente collegato ad esso. Non è l’uno o l’altro; infatti è la loro coesione che rischia di sfociare nella “cultura dello stupro”, in cui la violenza sulle donne è considerata normale poiché esse sono un oggetto da possedere, non un proprio pari da rispettare.

In passato, infatti, il patriarcato era un sistema di controllo istituzionalizzato che dava il diritto al possesso sulla donna sia dal punto di vista fisico che psicologico. Perciò come si può credere che tale cultura radicata e socialmente accettata possa scomparire da un anno a un altro? Dopo secoli e secoli di supremazia, come possiamo pensare che il patriarcato non abbia lasciato retaggi, se pur non particolarmente visibili, nell’oggi? L’uomo, per anni, ha visto il patriarcato come un privilegio, un’autorità; non è possibile che dal 1975 questa concezione sia improvvisamente e inequivocabilmente mutata. Ancora oggi, infatti, nessuno può negare che gli atteggiamenti e i pensieri odierni, sia tra donne che tra uomini, siano ancora legati a un concetto di superiorità dell’uomo e a una cultura della prevaricazione, la quale deriva, appunto dal famigerato e tanto negato patriarcato. Certo, i padri, se pur non in tutte le parti del mondo, non impediscono più di uscire o parlare e non governano incondizionatamente la famiglia. Noi donne, oggi, possiamo parlare con chi vogliamo, vestirci come vogliamo, camminare per strada. E questa sarebbe una bella storia; autoconvincersi che sia sparito, ma purtroppo tutti quelli atteggiamenti che noi definiamo maschilisti, derivano anche da quest’ultimo e dalla cultura radicata a lui legata.

Il più grande esempio che abbiamo è : Filippo Turetta, quasi 50 anni dopo il 1975, ha confessato il femminicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin e dichiarato in un’aula di tribunale di aver compiuto quell’atto perché non accettava l’idea di essere lasciato. L’ha uccisa perché era suadi “sua proprietà”, una donna oggetto di possesso. Questo non è patriarcato?

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