PNRR

È certo che 191,5 miliardi di euro di cui 68,9  a fondo perduto, sono e saranno per l’Italia una manna dal cielo in questo periodo di riavviamento progressivo delle attività economiche ai livelli pre-covid e con molte crisi e sfide da fronteggiare nel presente e nel futuro, come la guerra in Ucraina,il peggioramento dell’inflazione, il caro energia, la crisi in Medio Oriente che provoca incertezza e calo delle spese da parte dei consumatori. E’ in questo contesto economico che si inserisce il PNRR, che a sua volta utilizza i fondi del programma europeo di ripresa NextGenerationEU. Esso ha come obiettivo proprio quello della “Ripresa” lavorando con “Resilienza” per migliorare la situazione generale del nostro Paese sotto molti punti di vista: digitalizzazzione, innovazione,  transizione ecologica, istruzione e ricerca, inclusione e coesione sociale, salute pubblica.

Con tanti benefici però, e con tali somme in gioco, non mancano né gli errori clamorosi nell’assegnazione dei fondi, né le persone che tentano di approfittare illecitamente del denaro che si muove in questi enormi provvedimenti europei.

Ne è un esempio lampante un caso che riguarda i fondi destinati all’istruzione (17,5 miliardi), in cui in alcune scuole medie in provincia di Roma e di Latina  si è deciso di acquistare, anche per via delle scadenze molto ristrette imposte alle scuole, alcuni strumenti tecnologici che si sono però rivelati inutilizzabili. Si trattava in particolare di droni che non potevano essere pilotati da studenti minori di 14 anni (quindi la maggioranza in un a scuola media) e di visore a realtà aumentata che secondo i medici non sono adatti a bambini sotto i 13 anni per via dei possibili danni agli occhi in corso di crescita.

Questo è solo uno dei molti acquisti incauti ed essi risultano ancora più assurdi se pensiamo ai grossi problemi in ambito edilizio ed infrastrutturale delle scuole italiane. Volendo parlare attraverso qualche numero, basta fare riferimento all’ultimo rapporto di Legambiente “Ecosistema scuola” in cui si afferma che il 37% delle scuole del Sud necessita di interventi urgenti, nelle Isole oltre la metà, mentre al Nord oltre il 23%; inoltre il 60% delle scuole si posiziona nelle ultime due classi energetiche (F e G) mentre solo il 6% si colloca nelle classi A e B. Questo è grave se messo a confronto con gli obiettivi ancora molto lontani riguardanti le emissioni di CO2, l’efficienza energetica degli edifici e le linee guida sulla transizione ecologica predisposte dall’UE, come ad esempio quelle dell’agenda 2030 e gli obiettivi per il 2050. Certamente uno dei campi che riguardano il PNRR è quello della digitalizzazione, ma è inaccettabile che in nome di obiettivi come questo, per colpa anche di una burocrazia opprimente, siano trascurati altri aspetti più urgenti: non si dovrebbe comprare una LIM quando cadono i calcinacci dal soffitto, o un nuovo modello di pc se il riscaldamento non funziona. 

Non dimentichiamo ora, dopo aver citato un caso in cui i fondi vengono mal utilizzati, di preoccuparci delle voragini economiche che si creano a causa delle persone che non potrebbero nemmeno accedervi, e vi mettono le mani attraverso raggiri burocratici, corruzione, false dichiarazioni, false società etc.. Ad aprile di quest’anno la Procura europea ha reso note le sue indagini dal 2021 al 2023 a proposito di un’associazione criminale che si sarebbe servita di una rete di commercialisti, fornitori di servizi e notai per ottenere con successo 600 milioni di euro in fondi non rimborsabili. Più recentemente (nel 2024) ha fatto notizia il caso della frode operata secondo i magistrati dal governatore della Liguria Giovanni Toti. Per non parlare di tutte quelle innumerevoli opere civili ed edilizie pubbliche che riguardano grandi infrastrutture, che non sono state però portate a termine, portando allo “scivolamento” di parte dei fondi nelle mani sbagliate. La domanda che suscitano queste notizie è: quante altre frodi non saranno invece scoperte?

 Si potrebbe trattare infatti solo della punta dell’iceberg. Non sembra però essere una punta troppo ridotta, se consideriamo che al 31 dicembre 2023, di 206 indagini aperte dalla Procura europea, 179 riguardano indagati italiani. Si tratta di numeri che continueranno a crescere nello stato di cronico ritardo sulle rate dei finanziamenti e sulla zona grigia che si crea per la riduzione dei controlli, che rimangono severi solo sulla carta, mentre nella reltà il terreno per truffe e corruzione è molto fertile.

 

Insomma la sola cosa che ci si può auspicare è che riconoscendo le falle nelle procedure e nell’approccio a questi fondi, il Governo tenti di correggere la rotta rimanendo vigile sulla destinazione del denaro europeo, che viene assegnato per essere il punto di partenza per uno slancio verso il futuro e non il fondamento per le mafie e i corrotti di oggi e domani.

winston_buendìa

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