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Il piano nazionale di ripresa e resilienza (pnrr) ha rappresentato un’opportunità unica per l’italia, una fornitura massiccia di fondi europei per sostenere il paese nella sua ripresa post-pandemia. Tuttavia, nonostante le enormi potenzialità, sono emerse numerose problematiche, soprattutto perché sono state sollevate questioni sul loro impiego, specialmente a causa dei tempi ristretti che sono stati concessi dall’ue. D’altra parte spesso nelle scuole si sono investiti male i fondi pubblici. Un esempio emblematico di questa problematica sono stati i  “banchi a rotelle”.

Durante l’emergenza covid-19, una porzione dei fondi è stata destinata all’acquisto di banchi scolastici su rotelle. Questa decisione era stata fatta per facilitare il distanziamento tra gli studenti e rendere le aule più sicure. Tuttavia, l’idea si è dimostrata meno efficace del previsto nella pratica quotidiana delle scuole. Molti insegnanti e studenti hanno incontrato varie difficoltà nell’utilizzare questi banchi, spesso troppo scomodi o piccoli, diventando inutilizzabili. Questo esempio ha messo in luce come, in certe situazioni, la necessità di agire rapidamente può portare a decisioni precipitose e affrettate, che non tengono pienamente conto delle reali necessità di chi lavora e studia nelle scuole. In effetti, mentre l’idea di avere banchi mobili poteva sembrare una soluzione logica per mantenere la distanza e sfruttare gli spazi al meglio, in realtà, molti istituti scolastici hanno accatastato questi banchi in depositi in attesa di essere smaltiti o venduti a privati.

Nella mia scuola, i fondi del pnrr sono stati utilizzati per il rifacimento delle palestre che ormai da anni erano in condizioni piuttosto precarie specialmente a causa della loro “età”, e per l’acquisto di attrezzature tecnologicamente più avanzate di quelle già in possesso, come visori 3d e computer ad alte prestazioni. Queste iniziative hanno grandi potenzialità e possono avere dei risvolti interessati, specialmente se si troverà il modo di integrarli al meglio nelle attività didattiche classiche. Non si può infatti negare che l’introduzione di tecnologie avanzate possa migliorare l’esperienza educativa, facilitando, ad esempio, l’apprendimento tramite l’uso di immagini o l’interazione in un mondo virtuale. Tuttavia, credo anche che prima di procedere con investimenti significativi in questo settore, sia essenziale valutare attentamente se tali risorse saranno poi realmente utilizzate e utilizzabili e se porteranno davvero benefici significativi all’apprendimento, per evitare di sprecare fondi pubblici.

È necessario quindi prima di ogni spesa, valutare attentamente le sue reali potenzialità, specialmente sul lato pratico, in modo da sfruttare al meglio le enormi potenzialità dei fondi europei.

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