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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità senza precedenti per il sistema educativo italiano, che negli ultimi, tra tutte le istituzioni, è stata quella che ha potuto godere di meno investimenti in assoluto, rimanendo così obsoleta rispetto ad altri sistemi educativi esteri che invece hanno saputo evolversi e stare al passo con i tempi. Con un tale volume di fondi destinati alla modernizzazione delle scuole, è fondamentale riflettere attentamente su come impiegare tali risorse in modo efficace ed efficiente. Tuttavia, emerge una sfida non di poco conto: come evitare che tali investimenti si trasformino in sprechi, come dimostrano alcuni episodi recenti di cattiva gestione dei fondi in alcuni istituti scolastici italiani.

Un’ulteriore criticità riguarda la gestione del tempo. Il termine ultimo per utilizzare i fondi del PNRR spesso mette sotto pressione le scuole, costringendole a prendere decisioni affrettate senza un’adeguata pianificazione. Questa fretta può portare a scelte sbagliate, come dimostrato dai casi in cui sono stati acquistati dispositivi tecnologici inadeguati o addirittura dannosi per gli studenti.

Un esempio eloquente è quello di una scuola media italiana che ha investito in visori 3D, pensando di innovare l’esperienza di apprendimento. Tuttavia, la mancanza di valutazioni adeguate ha portato a ignorare i potenziali rischi per la salute degli studenti, poiché tali dispositivi possono causare disturbi alla vista a ragazzi di età inferiore ai 14 anni. Invece di promuovere l’apprendimento, questa scelta ha generato preoccupazioni per la salute degli studenti, vanificando lo scopo dell’investimento e sprecando parte dei soldi messi a disposizione dal PNRR.

Allo stesso modo, il caso dei droni acquistati da una scuola media a Roma per promuovere l’educazione, evidenzia nuovamente la superficialità con la quale sono stati affrontati gli investimenti, e il conseguente spreco di soldi per l’inadeguatezza degli strumenti acquistati. Sebbene l’idea di introdurre droni in ambito educativo possa sembrare innovativa e utile all’apprendimento, l’acquisto di dispositivi troppo complessi da utilizzare e non adatti all’età degli studenti ha rappresentato una gestione imprudente dei fondi.

Per evitare simili errori e massimizzare l’impatto dei fondi del PNRR sul sistema educativo italiano, è essenziale adottare un approccio attento e lungimirante. Innanzitutto, occorre investire in infrastrutture digitali e tecnologiche pertinenti, considerando le esigenze specifiche di ciascuna scuola e soprattutto coinvolgendo nelle decisioni il personale interessato, come insegnanti, studenti e genitori. Attraverso dei sondaggi sarebbe possibile capire che cosa gli studenti vorrebbero migliorare nella propria scuola e in che cosa investire per sviluppare l’apprendimento e l’ambiente scolastico. Ad esempio, non sarebbe male che nella maggior parte delle scuole si ristrutturassero  i bagni, restituendo la giusta dignità ad un luogo che è sempre più fatiscente, o migliorare la connessione ad Internet, o velocizzare le LIM, dando per scontato che ogni scuola ne sia provvista. Personalmente ritengo che vada data importanza a quegli investimenti semplici ma efficaci, piuttosto che puntare su tecnologie o strumenti assurdi che poi nella realtà dei fatti contribuiscono poco al miglioramento degli istituti italiani, con il rischio che si trasformino in sprechi.

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