Lo ius scholae è una nuova proposta avanzata dal centrosinistra che mira a rivedere le attuali norme riguardanti l’acquisizione della cittadinanza italiana. Interessa tutti i minori nati in Italia da genitori stranieri oppure che sono arrivati nel paese entro il dodicesimo anno d’età. Prevede che il minore possa acquisire la cittadinanza qualora abbia frequentato cinque anni di scuola in Italia e che un tutore che esercita la responsabilità genitoriale faccia una dichiarazione di volontà prima che il minore compia diciotto anni. In caso di acquisizione della cittadinanza il minore potrà rinunciarvi entro i sedici anni.
Attualmente il sistema di acquisizione della cittadinanza italiana si basa su due principi: lo lus sanguinis che prevede la trasmissione della cittadinanza attraverso il legame di sangue, che permette a un figlio di ottenere la cittadinanza dal genitore italiano, e lo ius soli, tramite il quale si acquista la cittadinanza grazie alla nascita sul territorio dello Stato, spesso questa legge viene utilizzata nel caso di figli di ignoti o di apolidi. Tuttavia, per uno straniero (che potrebbe essere un genitore oppure un tutore di minori) la cittadinanza può ottenerla solo dopo aver trascorso dieci anni consecutivi di residenza legale in Italia.
Il progetto dello ius scholae prevede quindi non solo un percorso di studi obbligatorio, ma promuove anche l’acquisizione della cultura italiana e l’integrazione sociale. Ciò potrebbe ridurre significativamente le disuguaglianze presenti nel nostro paese, facilitando l’accesso alla cittadinanza per i giovani che hanno avuto la possibilità di crescere e studiare in Italia. La proposta è vista come un passo importante verso una maggiore inclusione e uguaglianza sociale. L’adozione di questa legge potrebbe anche contribuire a costruire una società più coesa e integrata.
Sofia.