LUD

La ludopatia è un fenomeno che consiste nell’incapacità di resistere all’impulso di scommettere denaro, attraverso delle attività finalizzate al gioco d’azzardo, e che purtroppo negli ultimi anni ha subito una crescita esponenziale. Prima di tutto è necessario informare sulle ragioni che spingono alla pratica delle scommesse. Alcuni iniziano a giocare perché può essere un’attività divertente, altri perché vedono il gioco come una forma di evasione dal quotidiano. In entrambi i casi, un altro fattore che spinge a scommettere è la possibilità di vincere notevoli somme di denaro con, inizialmente, un minimo investimento. Ciò nonostante quest’attività è considerata come un problema da affrontare il prima possibile dalla maggior parte della popolazione, mentre per altri invece è un mezzo di guadagno fondamentale.

Partendo con l’analisi del punto di vista della maggioranza, è essenziale evidenziare come molti cittadini considerino la ludopatia come una vera e propria dipendenza. Essi infatti sostengono che quest’azione, se compiuta abitualmente, può sfociare in un’ossessione, dovuta al senso di autostima, di eccitazione e dal parziale recupero del denaro investito. Inoltre valutano in maniera estremamente minuziosa le conseguenze che la pratica del gioco d’azzardo può comportare nella vita privata di una persona, le quali sono parecchie e oscillano dal non sapersi più relazionare con gli altri, alla depressione o addirittura al suicidio. Allora può sorgere spontanea la domanda: “Come possiamo limitare questo fenomeno?”. Prima di tutto, il Governo ha già emanato delle precauzioni per frenare la pratica del gioco d’azzardo, perlomeno tra i minorenni. Il problema è che spesso queste norme non vengono rispettate, a causa della mancanza di sanzioni o comunque della presenza di multe con importi da versare non sufficientemente elevati. Le soluzioni per contenere questo problema, seppur alquanto difficili da individuare, potrebbero consistere nell’eliminazione di giochi, come le slot machines, dai luoghi pubblici frequentati dai più giovani, come bar, pub e così via. Se il problema della dipendenza dal gioco tra i giovani può essere limitato mettendo delle restrizioni sull’età più severe, non è altrettanto semplice diminuire il tasso di persone affette da questa patologia tra gli adulti. I ludopatici, infatti, non rendendosi conto della propria dipendenza, iniziano a sperperare tutto il loro patrimonio. La ludopatia viene spesso riconosciuta dalle persone che circondano l’assoggettato a questo fenomeno, che notano improvvisi sbalzi di umore, richiesta frequente di prestiti e perdita rapida di denaro. Sarebbe dunque di straordinaria importanza cercare di condurre i ludopatici da qualcuno di specializzato, come uno psicologo, che possa comprendere le cause che li hanno portati alla pratica delle scommesse e cercare di porre loro rimedio.

Dall’altra parte ci sono i proprietari dei casinò e tutti coloro che si arricchiscono con le scommesse, che non sono per nulla favorevoli all’emanazione di nuove norme per porre rimedio a questo problema e che non hanno alcun interesse nello smettere di praticare l’attività che permette loro di mantenersi. Essi ritengono infatti che  la ludopatia non sia affatto qualcosa di cui preoccuparsi e che necessita la ricerca di una soluzione. D’altronde sarebbe alquanto inverosimile che la pensassero in un altro modo, visto che ottengono il proprio sostentamento grazie ai giocatori d’azzardo occasionali e ancora di più ai ludopatici.

Il gioco d’azzardo può essere un’attività praticata una volta tanto, giusto per cercare di vincere qualcosa senza impiegare la spesa di cifre elevate di denaro. Affermare che la ludopatia non debba essere considerata una patologia, come dicono i proprietari dei casinò, è incoerente, soprattutto in seguito agli ultimi avvenimenti nell’ambito delle scommesse che hanno coinvolto il calcio italiano. I calciatori infatti non hanno bisogno di denaro, visto che guadagnano già moltissimo e allora: “Perché si cimentano nel gioco?”. È stato provato da diversi studi che nella mente del giocatore si instaura un meccanismo malsano, che ha come cardine la ricerca di emozioni forti che fanno entrare in circolo l’adrenalina. Il giocatore cerca di rivincere i soldi persi precedentemente ed è proprio questo il momento in cui inizia a non rendersi più conto che, invece di diminuire la perdita di denaro, sta perdendo il controllo, spendendo tutto ciò che possiede. È dovere dello Stato Italiano proteggere la salute dei propri cittadini, di conseguenza è molto più importante il parere dato dalla maggioranza della popolazione che quello fornito dai piccoli imprenditori, che traggono i loro benefici dal malessere mentale di un gran numero dei loro concittadini. Ovviamente, bisogna trovare una maniera per cercare di accontentare entrambe le parti, quindi bisogna cercare di soddisfare anche gli interessi dei proprietari dei casinò. Si potrebbe, per esempio, permettere l’apertura dei punti di gioco in solo determinati giorni settimanali, stabiliti dallo Stato, per evitare il sovraffollamento di essi durante tutti i giorni della settimana. Inoltre lo Stato dovrebbe dare dei sostegni economici agli imprenditori, per i giorni in cui gli viene interdetto di lavorare, per evitare delle proteste da parte di quest’ultimi per la decrescita del loro stipendio mensile.

Per concludere bisogna porre la sanità mentale dei cittadini al primo posto, motivo per cui non possiamo lasciare che il fenomeno della ludopatia provochi ancora altre vittime attraverso il suo circolo vizioso dal quale, una volta dentro, è estremamente difficile tirarsi fuori, ma non bisogna neanche penalizzare l’economia e suscitare il malcontento della piccola parte della popolazione che si arricchisce grazie a questo fenomeno.

 

 

 

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