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Per quale motivo in Italia negli ultimi anni sono così frequenti fenomeni atmosferici tanto estremi come l’alluvione degli ultimi giorni in Toscana? In realtà il vero problema consiste nel fatto che tutto ciò è avvenuto nel giro di poche ore in seguito a precipitazioni consistenti, sintomo dei cambiamenti climatici sempre più gravi. Molti anni fa queste situazioni avvenivano con una frequenza minore rispetto al presente e dopo settimane di pioggia battente. Basti pensare all’alluvione nel fiorentino del 1966, una delle più significative nel nostro paese, che ha causato addirittura 35 decessi.  Diventa evidente come i periodi, in cui non si verificano precipitazioni e il terreno diventa sempre più arido, anche a causa della temperatura in continuo aumento, siano sempre più frequenti. Il pericolo di alluvioni è, quindi, dietro l’angolo, con tutti i vari disagi economici e sociali a cui la popolazione non sempre riesce a far fronte. Innanzitutto, si devono fare i conti con i problemi di salute pubblica dovuti sia ai molti feriti e morti causati direttamente dalla calamità sia alle condizioni sanitarie precarie dei rifugi temporanei per gli sfollati. Inoltre, gli ingenti danni alle proprietà e i vari danni strutturali che causano la mancanza di servizi essenziali, come l’acqua corrente e l’elettricità, rendono la vita nelle zone colpite sempre più difficile. Vengono colpite anche tutte le aziende del territorio, che rischiano di lasciare a casa migliaia di dipendenti, non riuscendo a coprire i gravi danni economici dovuti alle infiltrazioni di acqua e fango che non solo rovinano tutte le scorte di produzione, ma danneggiano anche tutti i costosi macchinari essenziali per l’attività dell’azienda. Un altro settore molto colpito è quello dell’agricoltura, poiché vengono completamente devastati i campi, rovinando l’intero raccolto e impedendo il ripristino della coltivazione fin quando le acque non si sono ritirate.  Ma cosa si può fare per risolvere il problema delle alluvioni? Innanzitutto bisogna cercare di prevederle attraverso le previsioni meteo, che con il tempo stanno diventando sempre più accurate. Bisogna poi svolgere una manutenzione periodica di corsi d’acqua e reti fognarie e realizzare opere, come la costruzione di argini, per diminuire la probabilità che si verifichi un’alluvione o per ridurne, comunque, l’impatto. Sono utili anche provvedimenti che impediscano o limitino le espansioni urbanistiche nelle aree alluvionabili, i sistemi di allertamento e le attività di sensibilizzazione della popolazione. Infatti, per far fronte a problemi climatici come questo, ma, soprattutto, per migliorare la situazione per evitarli, è molto importante il contributo sia dei singoli sia del governo. Le alluvioni non sono l’unica conseguenza della crisi climatica, ma sono solo una delle tante. I continui incendi in Australia, gli eventi atmosferici estremi e l’aumento della temperatura in tutto il mondo sono solo alcuni degli esempi della crisi davanti a cui ci troviamo. Da un lato è quindi necessario che le istituzioni tengano in considerazione la questione climatica in tutte le loro decisioni, agevolando il più possibile la transizione ecologica. Dall’altro, noi cittadini dobbiamo imparare a rinunciare ad alcune comodità della vita quotidiana, preferendo i trasporti pubblici, i prodotti ecosostenibili e riducendo gli sprechi di acqua e elettricità. La collaborazione di tutti è quindi alla base del raggiungimento dei risultati sperati: un’opinione pubblica sensibilizzata sull’ecologia può influenzare le decisioni prese dal governo su questo argomento e, allo stesso tempo, lo Stato deve garantire ai cittadini la formazione e le misure necessarie per la protezione dell’ambiente.

 

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